Cosa serve fare per uscirne…
- Studiare ed approfondire quale è il problema
- Ascoltare testimonianze di chi ha ottenuto la sobrietà per tempi significativi
- Lasciare da parte il senso di vergogna associato alla dipendenza da pornografia e masturbazione
- Ammettere con se stessi e con (almeno) un’altra persona “ho un problema, è questo e non sto riuscendo a risolverlo”
- Prendere la decisione responsabile di chiedere aiuto … e cercare l’aiuto che serve
- Confidare nell’amore di Dio ogni giorno, ogni ora, ogni momento per tutto il tempo necessario
- Desiderare, decidere di fare, e fare tutto quello che serve per uscirne!
…e cosa NON serve…
- Minimizzare, dirsi che “in fondo capita a tutti”, sperare che scompaia autonomamente
- Credere che il problema si risolverà nella relazione con un partner
- Ripetersi di non mi meritarsi, di non meritare l’amore degli altri né dell’amore di Dio
- Credere che il solo atto della preghiera e l’approfondimento intellettuale della fede e della religione con il tempo facciano scomparire il problema
- Parlare di questo problema solo nel confessionale
- Credere che sia impossibile parlare del problema con le persone che ci vogliono bene (famigliari, fidanzata, coniuge) –
ATTENZIONE!
è bene tuttavia parlarne loro solo dentro un percorso guidato di recupero.
Se sei preoccupato per l’utilizzo di pornografia su internet e vuoi uscire dalla dipendenza sessuale,
vuoi avere indicazioni per una più approfondita valutazione
e conoscere percorsi di recupero puoi contattare: info@puridicuore.it
…come proteggere e proteggersi nella rete
PROTEGGITI allorché usi computer, smartphone, tablet e determinate console
Questa sezione è dedicata esclusivamente alle protezioni tecnologiche, informatiche. Non si considerano dunque le precauzioni di tipo comportamentale (del tipo “non metterti in situazioni a rischio rimanendo tardi da solo al computer o cercando foto di celebrità”) o le raccomandazioni affettive ed educative, peraltro tutte indispensabili.
Impedire l’accesso alla pornografia è un poco come evitare che ci rubino in casa: servono vari gradi di protezione, come dispositivi di dissuasione per rendere difficile l’effrazione, un allarme per essere avvisati se essa avviene, una assicurazione per limitare i danni. Si può pensare che la pornografia si trovi su siti ben precisi o identificabili attraverso il loro nome o indirizzo web, così che un filtro ne blocchi l’accesso. Questo è in parte vero, ma la realtà è complessa. Ci sono materiali sessualmente espliciti – di fatto pornografici – quasi ovunque nel web. Ad esempio, in noti siti di video, di streaming (legale o no) di film, mescolati con film di altro genere si trovano film o spezzoni di film più o meno spinti. Molti siti di informazione online scelgono, a corredo di articoli che parlano di sessualità o paradossalmente dei rischi della pornografia, immagini provocanti. I portali dei servizi di posta elettronica mettono in evidenza articoli di costume/gossip usando foto altrettanto provocanti e spesso accompagnate a link a portali e siti (ad esempio i siti di incontri) che a propria volta contengono inserzioni pubblicitarie (banner) e immagini via via più provocanti ed esplicite, fino ad arrivare in pochi click al sito porno vero e proprio: solo qui entrano in azioni molti dei filtri.
L’accesso a internet o l’utilizzo di applicazioni su smartphone e tablet è facile e alla portata di tutti, non richiede ormai nessuna conoscenza tecnologica. Bisognerebbe però avere la curiosità di capirecosa vuol dire “impostare navigazione sicura in Google (SafeSearch)”, accesso a YouTube in “Modalità con restrizioni”.
Google – proprietario di YouTube – spiega che «le funzionalità e prodotti YouTube non sono stati progettati per i bambini o adattati a loro. Tuo figlio potrebbe utilizzarli per comunicare con altri utenti o visualizzare contenuti che consideri inappropriati. Quando tuo figlio utilizza YouTube, potrà usufruire delle funzionalità della piattaforma come qualsiasi altro utente. Ad esempio, potrà creare un canale, caricare e condividere pubblicamente video e live streaming, commentare e utilizzare la chat dal vivo. […] I minori che dispongono di un account Google creato da un genitore tramite Family Link possono iniziare a utilizzare l’app YouTube e altre funzionalità una volta compiuti 13 anni»[1].
Una risorsa disponibile per monitorare la navigazione dei più giovani o in generale per impostare politiche di accesso comuni in una famiglia è Google Family Link[2].
In base alle regole di Google e alla legislazione italiana, un account Google può essere creato solo dopo il compimento dei 14 anni[3] (ossia l’età minima del consenso digitale in Italia, in contrasto con l’età di 13 anni riportata poco prima, si noti che questo testo si basa su varie fonti Google). Si può usare gratuitamente Google “Family Link”[4] per creare un “gruppo famigliare” includendo i figli minori, per controllare il loro tempo di utilizzo e/o limitare l’accesso a contenuti inappropriati.
Come avviene questo in pratica? Un computer, smartphone o tablet si collega al web usando più di un browser (Google, FireFox, Explorer, Safari, etc.): impostando l’account Google del figlio, già registrato nel gruppo famigliare “Family Link” su ogni dispositivo e su ogni browser, si potrà avere traccia della navigazione sui vari dispositivi. Microsoft offre strumenti configurabili del tutto simil[5], che consentono anche di ricevere un rapporto settimanale sulle attività online (ricerche, siti visitati).
Potere reperire le tracce della navigazione indipendentemente dal dispositivo o browser utilizzato è un aspetto importante per seguire cosa fanno i figli in rete. Attenzione però, perché ormai anche bambini di 7-8 anni sanno cancellare la cronologia o impostare la navigazione “privata” (cioè senza che vengano memorizzati i siti visitati). Non bisogna dimenticare che – come osserva giustamente la Polizia Postale, “anche i bambini meno interessati sono stati obbligati ad avvicinarsi alle nuove tecnologie, ai tablet e agli smartphone. In molti hanno così sviluppato un precoce interesse per questi mezzi e per i servizi che la rete offre”, e questo in buona parte è dovuto ai lockdown.
Google SafeSearch[6] invece filtra immagini sessualmente esplicite dai risultati della ricerca in Google (sarebbe auspicabile che questa fosse la modalità normale di funzionamento di Google).
Su YouTube, la “Modalità con restrizioni”[7] serve a evitare la visualizzazione di contenuti inappropriati o sessualmente espliciti, consigliata a tutti gli utenti, anche se secondo Google YouTube può essere usato liberamente dopo i 14 anni. È stata creata anche una versione di YouTube rivolta ai bambini, YouTube Kids, i cui contenuti sono filtrati (senza per questo essere necessariamente in linea con i valori famigliari e l’antropologia cristiana).
Si può installare un filtro sul modem/router – spesso è la stessa società telefonica che dà accesso al web a mettere a disposizione sistemi di filtro e controllo genitoriale. Qui le cose si complicano: da una parte i dispositivi mobili difatti possono collegarsi al web anche attraverso altri router (a casa di amici, nei bar, a scuola), dall’altra c’è l’accesso dati a reti cellulari 3G/4G/5G: il filtro sul modem/router di casa dunque non protegge il dispositivo quando si è fuori.
Si possono comunque installare filtri e/o sistemi di controllo genitoriale su ciascun dispositivopresente in casa che può collegarsi a internet. Esistono molti di questi software acquistabili in rete (ad esempio Qustodio, Norton Family, Net Nanny, McAfee Safe Family, Surfie, Google Family Link, Kaspersky Safe Kids, etc.). Anni addietro, le console per videogiochi non erano punti di accesso al web mentre oggi i dispositivi come le ultime PlayStation e la XBox sono dotati di accesso al web, possono essere usati anche per navigare e dunque sono potenziali punti di accesso a contenuti pornografici. Sarà allora necessario abilitare (di solito dal menù della console di gioco) i filtri anche su questi dispositivi.
I telefoni smartphone sono un’altra fonte di criticità. Infatti, non solo il browser, ma anche le APP (applicazioni) accedono al web. Un filtro, per funzionare su uno smartphone, dovrebbe interfacciarsicon ciascuna applicazione e tenere sotto controllo tutto quello che arriva dalle APP (o almeno alcune di queste): chat, videochiamate, accessi alle reti sociali. In teoria è tecnicamente possibile realizzare un filtro così (e c’è chi progetta o promuove filtri simili per combattere il bullismo), ma non è semplice; rallenterebbe molto probabilmente il dispositivo, e avrebbe costi rilevanti per la realizzazione e prezzi di vendita elevati per l’utente comune, sarebbe complesso e poco agevole mantenerlo aggiornato: di fatto non esiste. Tuttavia con l’avvento di dispositivi sempre più performanti è verosimile che venga prima o poi trovato un equilibrio soddisfacente (un buon servizio di protezione che non impatti molto sulle prestazioni).
Ci sono applicazioni decisamente pornografiche (ad esempio giochi pornografici, accessi a siti di incontri di sesso anonimo/scambisti o a pagamento) ed altre che permettono di impostare gruppi chiusi (e anonimi per gli utenti esterni) ideali per lo scambio di materiali pornografici o per chat e videochat a sfondo sessuale (e talvolta anche di contenuto illegale). Ci sono applicazioni di chat (come Telegram) che contengono al loro interno un browser (non filtrabile) e infine le applicazioni “neutre” di comunicazione tra due utenti o in gruppi chiusi (come WhatsApp, Skype, SnapChat) che rendono comunque possibile la condivisione di immagini e video di qualsiasi tipo. Tutti questi strumenti possono essere usati per scambiare materiali pornografici tra utenti e in definitiva con il mondo intero, spesso anche per generare materiale esplicito (sexting). Esiste poi la pornografia non visuale – racconti brevi, blog con storie sessualmente esplicite, chat erotiche pornografiche o a pagamento – non filtrabile.
Per chi conosce l’inglese ci sono molti siti che spiegano vari strumenti di protezione online: ad esempio www.internetsafety101.org[8], www.protectyoungminds.org[9], forniscono molte informazioni e strumenti.
Valer la pena evidenziare che molti sistemi di controllo genitoriale danno la possibilità di bloccare le applicazioni sulla base della fascia di età del bambino. Quindi, applicazioni che già di per sé possono esporre a determinati rischi (scambio di messaggi, visualizzazione di siti web all’interno di browser nativi che quindi bypasserebbero i filtri standard), verrebbero comunque bloccate efficacemente dal controllo genitoriale.
Quanto elencato fino a qui non costituisce certo una panacea a tutti i mali. Può però contribuire a responsabilizzare i genitori (e più generalmente gli adulti e chi è responsabile di aule informatiche nelle scuole o dei router in luoghi pubblici come nei ristoranti o nei trasporti) nel proprio compito educativo e preventivo. Può ridurre il rischio di esposizione involontaria alla pornografia sui vari dispositivi.
Negli Stati Uniti, da una decina di anni, Covenant Eyes (CE) ha sviluppato un sistema che si pone un obiettivo diverso dal controllo attraverso i filtri. CE[10] è uno strumento a pagamento di responsabilizzazione e dunque anche di rimedio. Si rivolge a chi vuole evitare l’accesso occasionale alla pornografia, e soprattutto a chi ha un problema di dipendenza da essa. CE funziona per chi riconosce che la pornografia è dannosa, vuole evitarne l’uso ed è disposto ad avere un partner di responsabilità che lo “controlli online” e così lo aiuti. Ciò avviene tramite un rapporto periodico (da giornaliero a settimanale) nel quale vengono elencati gli accessi a siti non appropriati. Il rapporto viene inviato alla persona scelta come partner. In caso di fruizione di siti pornografici, dunque, ne viene informato il partner. Un dialogo con quest’ultimo aiuterà a capire cosa è accaduto e come fare passi avanti per evitare in futuro l’uso di pornografia.
Sul sito di CE sono disponibili molte risorseper capire i danni della pornografia, come aiutarsi e farsi aiutare, capire come svolgere il ruolo positivo di partner di responsabilità. CE ha poi messo a punto il software “Screen accountability” per telefonini e tablets. Anziché operare sull’indirizzo web o la APP che si scarica sul telefonino, il software monitora costantemente il contenuto dello schermo e giudica se si tratta di immagini sessualmente esplicite o meno. Nel caso di immagini esplicite o “a rischio”, invia al partner di responsabilità un rapporto con tali immagini – opportunamente sfuocate – per permettere poi una discussione costruttiva. CE può essere uno strumento per tutta la famiglia – come coniugi (partner di responsabilità tra di loro) e come genitori verso figli.
L’utilizzo di CE (e la lettura delle sue risorse) richiede la padronanza della lingua inglese.
[1] “YouTube e l’account Google di tuo figlio” https://support.google.com/youtube/answer/9026498 (23.05.2022)
[2] Cf. “Guida introduttiva all’utilizzo di Family Link” https://support.google.com/families/answer/7101025?hl=it (23.05.2022)
[3] Cf. “Requisiti di età per gli Account Google” https://support.google.com/accounts/answer/1350409?hl=it (23.05.2022)
[4] Cf. “Aiuta la tua famiglia a creare abitudini digitali sane” https://families.google.com/intl/it/familylink (23.05.2022)
[5] “Microsoft Family Safety. Proteggi le persone che ami con le funzionalità di sicurezza fisica e digitale” Microsoft Family Safety: app per condivisione della posizione e tempo per lo schermo | Microsoft 365 (23.05.2022)
[6] “Filtrare i risultati di contenuti espliciti su Google con SafeSearch” https://support.google.com/websearch/answer/510 (23.05.2022)
[7] “Attivare o disattivare la Modalità con restrizioni” https://support.google.com/youtube/answer/174084 (23.05.2022)
[8] https://internetsafety101.org è un’iniziativa dell’organizzazione no-profit “Enough is Enough”, sorta negli USA nel 1994 per rendere internet sicuro per bambini e famiglie, contrastando la pornografia online, la pedopornografia, le molestie e il bullismo e altre forme di abuso online
[9] https://www.protectyoungminds.org/about “Protect Young Minds” è una organizzazione che ha il compito di fornire a genitori, medici e operatori sociali e leader di gruppi e comunità strumenti per proteggere bambini e giovani dalla pornografia e promuovere la guarigione da qualunque forma di sfruttamento sessuale